Stai usando male il telo anti-erba: ecco l’errore che fa crescere ancora più infestanti

L’uso del telo anti-erba rappresenta una delle strategie più diffuse e consigliate per limitare la crescita delle piante infestanti in orti e giardini, ma spesso il risultato non è quello sperato: dopo poche settimane dalla posa, molte persone si trovano a fronteggiare una presenza ancora più abbondante di malerbe. Questo avviene a causa di alcuni errori comuni nella preparazione del terreno e nella gestione del telo, errori che possono minare completamente l’efficacia della pacciamatura. Per evitare risultati deludenti o persino dannosi, occorre conoscerne le cause principali.

La preparazione del terreno: il primo passo fondamentale

Una delle maggiori mancanze riguarda proprio la preparazione della superficie su cui verrà posato il telo anti-erba. Spesso ci si limita a stendere la copertura senza preoccuparsi di rimuovere accuratamente tutte le erbacce già presenti: questa disattenzione consente a molte piante infestanti, già ben radicate e spesso resilienti, di continuare a vivere sotto il telo, sfruttando l’umidità trattenuta dalla copertura stessa e ricacciando vigorosamente ai bordi o attraverso eventuali fessure del tessuto.

Oltre alla rimozione completa delle piante infestanti, il terreno va lavorato con cura: diserbare manualmente, livellare la superficie e rompere le zolle troppo compatte sono passaggi essenziali, perché un suolo irregolare favorisce la formazione di tasche d’umidità e il ristagno d’acqua sotto il telo, condizioni ideali per la germinazione di nuove infestate e per il rischio di marciumi alle radici delle colture. Un altro errore frequente è non eliminare radici e semi delle specie più robuste, che possono restare dormienti nel terreno e svilupparsi anche dopo la posa della copertura.

Gli errori di installazione e i loro effetti

La funzione del telo anti-erba è quella di limitare la luce solare al terreno, impedendo così la fotosintesi alle malerbe e bloccando il loro sviluppo. Tuttavia, una delle cause più frequenti di insuccesso è la scelta di ricoprire il telo con uno strato di terra per motivi estetici: questa pratica, seppur comunemente adottata, costituisce un grave errore tecnico. Il terreno poggiato sul telo o infiltratosi nei margini offre subito un substrato perfetto in cui i semi portati dal vento o dagli animali, e quelli già presenti nell’area, possono germogliare indisturbati: il telo, così, limita l’azione nei confronti delle erbe già presenti ma diventa praticamente inutile verso quelle nuove, che trovano un ambiente altrettanto facile per insediarsi.

L’errore si aggrava qualora il telo non sia stato fissato correttamente ai bordi. Se i margini risultano sollevati o leggermente aperti, semi e piante infestanti possono penetrare facilmente ai lati, radicandosi sia sotto sia sopra la copertura stessa. Per limitare queste intrusioni, è necessario che il telo sia ben teso, fissato con appositi picchetti e sovrapposto almeno di 10 centimetri tra un rotolo e l’altro, così da non offrire varchi di crescita.

L’uso del telo nel periodo sbagliato

Un altro fattore sottovalutato riguarda la tempistica della pacciamatura. Stendere il telo in autunno avanzato o nelle fasi fredde, quando l’attività delle infestanti è fisiologicamente ridotta, porta risultati deludenti e può addirittura creare danni alle colture. In questi periodi, infatti, le malerbe entrano in fase dormiente e la copertura non apporta reali benefici, ma anzi contribuisce a mantenere umidità in eccesso, predisponendo il terreno allo sviluppo di funghi patogeni e marciumi radicali. La pacciamatura ha senso soprattutto nei mesi primaverili ed estivi, quando la competizione tra le piante e le infestanti è al massimo e la copertura regola la temperatura e l’evaporazione dall’appezzamento.

Tra fine estate e inizio autunno molte colture sono già arrivate a maturità, mentre le infestanti hanno ormai esaurito la loro spinta vegetativa. Lasciare il telo in questa fase comporta più rischi che vantaggi. Oltre a incentivare problemi sanitari per le colture, si altera l’equilibrio microbico e si danneggia la qualità futura del suolo, specialmente nei casi in cui la pacciamatura sia attuata con teli plastici non biodegradabili.

L’impatto ambientale e la gestione a lungo termine

L’uso prolungato e continuativo di teli, soprattutto in materiali plastici come il polietilene, determina altro errore sottovalutato: la degradazione e la frammentazione del telo in microplastiche, che permangono nel suolo per decenni e modificano le proprietà fisiche e biologiche dello stesso. Ricerca scientifica ha dimostrato che nei terreni agricoli si possono riscontrare fino a 350 particelle di plastica per chilogrammo di suolo, con effetti negativi sulle capacità del terreno di trattenere acqua, sulla biodiversità microbica e sulla fertilità a lungo termine.

Oltre alle problematiche ambientali, il telo limita lo scambio naturale di ossigeno tra terreno e atmosfera, causando spesso il compattamento del suolo sotto la copertura. Questa condizione può ridurre la vitalità radicale delle piante coltivate e portare a una graduale diminuzione del rendimento produttivo dell’orto o del giardino. È fondamentale, perciò, rimuovere regolarmente il telo, specialmente dopo la stagione vegetativa, e sostituirlo se si riscontrano danni visibili o perdita di efficacia.

Interventi correttivi e best practice

  • Rimuovere tutte le erbacce e le radici prima di posizionare il telo.
  • Livellare accuratamente la superficie del terreno per evitare ristagni d’acqua.
  • Non ricoprire il telo con terra: se si desidera una migliore estetica o una maggiore efficacia, usare pacciamatura naturale come corteccia o paglia sopra il telo.
  • Fissare saldamente i margini del telo e verificare la sua aderenza dopo forti piogge o venti.
  • Prediligere teli biodegradabili o compostabili, in modo da ridurre l’impatto ambientale.
  • Controllare con regolarità la presenza di erbacce vicino ai bordi e rimuoverle tempestivamente.
  • Rimuovere o sostituire il telo dopo la stagione vegetativa per evitare l’impoverimento del suolo.

In conclusione, per ottenere benefici reali dall’uso del telo anti-erba, occorre considerare con attenzione tutti gli aspetti sopra descritti, adottando un approccio consapevole e rispettoso della salute delle piante, dell’ambiente e della fertilità del suolo. Corretta manutenzione, attenzione alle tempistiche stagionali e scelta dei materiali più adatti sono i pilastri fondamentali per un controllo efficace delle infestanti in orticoltura e giardinaggio hobbistico.

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